In un pomeriggio d’estate anche il cuore torna a galla mentre il corpo aspetta ancora un po’, adagiato sul fondo.
E non importa quanto lontano tu possa fuggire: a te stesso non c’è riparo.
La pelle ed il suo esilio. La nudità e la sua assenza.
Meglio scrivere per riempire lo spazio tra le righe. Silenzi , pause , punti e sentire scivolare la voce. Sulla lingua , lungo la spina dorsale, giù ,fino al palmo delle mani. Parole da poter accarezzare e baciare come una bocca.
foto di lilyana karadjova